Cento passi per volare by Giuseppe Festa

Cento passi per volare by Giuseppe Festa

autore:Giuseppe Festa
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2017-12-17T19:02:20+00:00


CAPITOLO 9

Il mondo scomparve.

Zefiro fu sballottato come un sacco di patate, il becco e le zampe legate, le ali compresse dalla iuta tesa sulle spalle di Peccio. Il ruvido tessuto gli irritava gli occhi. La sua vista acuta non serviva più a nulla dentro il bozzolo spaventoso in cui era stato gettato. Il cuore gli batteva all’impazzata. Chi erano quelle creature che avevano osato assaltare la rocca, sfidando le ire delle grandi aquile?

Mentre i bracconieri si calavano dalla parete, finalmente udì le grida acute dei suoi genitori. Erano arrivati! Sarebbero riusciti a salvarlo! Nessuno poteva resistere alla potenza devastante della loro picchiata, alla forza smembrante dei loro artigli.

‘O forse no?’

I due predoni toccarono terra e ci fu un gran trambusto: l’aquilotto udì il grido della madre, vicinissimo. Poi qualcosa ruzzolò tra le pietre.

I bracconieri cominciarono a correre, fermandosi poco dopo. Zefiro ascoltava impaurito le loro voci cavernose. I versi dei genitori ora erano ovattati dalle foglie degli alberi.

Infine, si misero in marcia. A ogni passo, Zefiro rimbalzava sulla schiena di Peccio. Sentiva il calore insopportabile dell’uomo, il suo tanfo soffocante. Gli occhi dell’aquilotto si chiusero, storditi dallo spavento, dai rumori, dalle voci degli umani. Nella sua mente tutto divenne fumoso. Le forze lo stavano abbandonando, era certo che il suo cuore non avrebbe retto. L’unica cosa che lo teneva legato alla vita era la voce di sua madre, una sottile seta di baco in una tempesta. Zefiro si aggrappò a quel filo per non sprofondare.

Dopo un’interminabile marcia nel bosco, Peccio e Gracco arrivarono a un punto in cui il sentiero si impennava fino a uno stretto valico.

Si fermarono, ansimanti.

«È ancora viva la gallina?» chiese Gracco.

Peccio diede un pizzicotto al sacco. L’aquilotto scalciò.

«Lui sì» disse respirando a fatica. «Ma se non ci fermiamo un attimo, sarò io a crepare».

Gracco non gli badò.

«Se avessimo lasciato la macchina in paese, come ti avevo detto, ora saremmo già arrivati» ribadì Peccio, guardando sconsolato la salita che li attendeva. Tirò un lungo sorso dalla borraccia.

Sopra le loro teste, oltre le chiome degli alberi, le aquile volteggiavano instancabili, lanciando grida penetranti. Ma non erano gli unici rumori che i bracconieri udirono: uno scalpiccio di passi proveniva dal bosco alle loro spalle. Si acquattarono. «Speriamo siano solo turisti» bisbigliò Peccio.

Passarono pochi istanti e, a un centinaio di metri di distanza, tra gli alberi, si materializzarono delle divise: carabinieri forestali.

«Merda!» sibilò Gracco. «Via, via, via!»

I due scattarono come saette verso il valico che li avrebbe portati dove avevano parcheggiato il fuoristrada.

Una delle guardie li intravide scappare tra gli alberi.

«Altolà» intimò, poi scattò rapido. «Sono loro, presto!» gridò ai due agenti dietro di lui.

Iniziò l’inseguimento. I bracconieri potevano contare su un certo vantaggio, che con il passare dei minuti aumentò sensibilmente. I carabinieri, infatti, dovevano procedere con cautela, per prevenire possibili agguati dei ladri quanto per controllare che i due non avessero abbandonato il sentiero, nascondendosi nel bosco.

Peccio e Gracco giunsero al passo, un’angusta pista infilata in una gola rocciosa. Lo valicarono.

«Nascondiamoci in un cespuglio» scongiurò Peccio, esausto. «Non ce la faccio più».



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.